Giovanni CESCA

Giovanni Cesca

GIOVANNI CESCA ALLA “GALLERIA 1 + 1”
di Silvana Werrer Romanin Jacur
1973

 

Incontro veramente interessante, quello con la pittura di Giovanni Cesca, ospite della “ 1 + 1 “. Cesca assai giovane, possiede già un mestiere tale da permettergli di percorrere coerentemente un cammino espressivo difficile e ricco di contenuti, che si rifà a un surrealismo figurale, ora spinto verso l’accentuazione del simbolo, ora imperniato sulla figura, deformata e impostata alla maniera di Bacon. Si tratta di posizioni che segnano progressive conquiste: dapprima è la storia del pensiero stesso in una alternanza serrata di immagini simboliche, che si presentano in concatenazione spontanea, costruendo nello spazio strutture di riquadri a livelli diversi, collegati tra loro da oggetti più evidenti, liberi e talvolta eterogenei come apporti d’altri mondi. Lo spazio stesso in queste tele diventa protagonista ambiguo di un tormentoso tessuto di prigionia e di libertà, dove aperture luminose si avvicendano ad angosciosi sbarramenti, a muri opprimenti. Da ultimo questi muri terribili si chiudono attorno ad una sola figura, prigioniera dei suoi stessi panni e di sé, oltre che delle cause esterne, e la chiusura esteriore e interiore sembra deformare tutto l’essere umano, che compare crudelmente spogliato e tragicamente impotente. Di rado accade in questo tipo difficile di pittura che il contenuto trovi la “ sua forma “, e sembra che per Cesca questo miracolo si compia con naturalezza veramente eccezionale, e, anche se spesso l’autore si serve di soluzioni già note, originali rimangono però le combinazioni e le situazioni che egli va creando con perfetta aderenza di pensiero e di emozione. Né vanno dimenticate la sapienza e la sottigliezza di un lessico coraggioso, dove anche la contrapposizione del colore assume un significato eloquente.

 

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