Giovanni CESCA

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"VISUAL - IMMAGINATION" ALLA RISCOPERTA DELLA FANTASIA.
di Giuliana Lucia Barosco
1980

 

Dobbiamo ora intraprendere un viaggio avventuroso per penetrare tra le curve sinuose di questa festa pittorica, che è l'espressione aggressiva e poetica insieme dell'esuberanza inventiva di questo artista veneto. Ciò che innanzitutto ci sorprende, è un'abbagliante e prorompente pienezza sensoriale che rapidamente si impadronisce dei nostri sensi, trasportandoli su un piano di equilibri e di armonie graffianti, che si sono stabiliti lungo un flusso dinamico e vivace tra noi e il quadro.
È un rapporto completo, di totale soddisfazione fisica e psicologica, generato dalla forte carica emotiva che percepiamo di fronte a questa visione personale dell'artista, che è in fondo la rivelazione delle vicende della vita interiore, espresse attraverso colori vibranti e intensi, che spesso lo conducono ad una follia coloristica dalle pennellate libere, quasi in una gioiosa rinascita pagana della passione, ma sempre calibrata dall'intelligenza.
Che cos'è questa pennellata ampia, se non la liberazione dell'istinto, l'immediatezza visiva delle sensazioni, nella forza plastica del colore? È certamente una pura e semplice gioia di vivere realizzata nel ritmo e nella luminosità dello spettro cromatico, atto a creare il movimento ritmico-dinamico che riflette l'evento interiore. Si può dire dunque, "arriére-pensée" e "imprévu", uniti insieme armonicamente. L'artista crea così un dialogo immaginario tra sè e la tela, tra la tela e noi; questi ritmi selvaggi che ci avvolgono attraverso colori squillanti, e cioè i blu, i rossi, i gialli, i viola, i verdi, che ci conducono nel bel mezzo di un racconto fantasioso e liberatorio, nella favola delle passioni umane, congelate nel ritmo frenetico delle pennellate suggestive e intransigenti quasi pervase dalla volontà di uscire dai margini della tela, nella creazione di una storia a sequenze, in cui ognuno in fondo si sente protagonista. È questa l'astrazione lirica della forma, come un sogno ricordato all'alba della prima coscienza. È l'esplosione dei sensi che si determina come "diritto alla fantasia". È l'immagine resa come "action-painting", invenzione spontanea che noi avvertiamo nella carica vitale, nell'impeto focoso, nell'energia che ci viene trasmessa dalla densità del colore, dall'emozione tattile che improvvisa in noi un gioco sensuale di passioni, risolte poi nel piacere di esserne avviluppati, come in un mare che si chiude sopra i nostri desideri.
Ci ha ormai sopraffatti lo "choc". Questa invadente e spettacolare narrazione è riuscita ad esprimere e creare i paesaggi interiori dell'artista, gli "inscapes", attraverso l'intuizione e la libera espansione di una forza festosa e carnevalesca. Ma in fondo, questo gioco solleticante di gratificazioni visive, sature di creatività, non sono altro, forse, che la condizione dell'uomo supercivilizzato dell'epoca moderna, in cerca di una rinascita spirituale, con illusione a una società primitiva, irrazionale, inconscia.

 

 

 

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