Giovanni CESCA

Giovanni Cesca

TRITTICO SULLA GRANDE GUERRA

Giovanni Cesca

 

Nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, che ha coinvolto sensibilmente i territori tra Veneto e Friuli, il pittore Giovanni Cesca ha rivolto la sua attenzione ad un tema così particolare e intenso come quello della guerra. L’artista intende utilizzare il paesaggio, elemento oggetto d’indagine sistematica della sua pittura da oltre un ventennio, come metafora di fatti storici. Come tante altre persone, Cesca ha vicende legate alla prima guerra mondiale da entrambe le parti della famiglia di origine. Sull’onda di queste sollecitazioni, il pittore ha realizzato il “Trittico della Grande Guerra” composto di tre tele a sottolineare l’importanza celebrativa del fatto.


Le tre tele:

1) “OMBRE INTENSE SULLE RIVE DEL PIAVE” ( 2014 ) – olio su tela cm 80x100
2) “VITE TRAVOLTE E ANDATE” ( 2015 ) – olio su tela cm 100x150
3) “ LA TRASMUTAZIONE” ( 2015 ) - olio su tela cm 80x100.



propongono una storia che va letta tenendo presente l’oggi e la visione-lettura di quanto drammaticamente accaduto allora; e in seguito alla drammatica presa di coscienza, fare esperienza di tutto questo per una rinnovata visione dei fatti. Cesca evita le immagini retoriche delle armi, dei corpi martoriati fuori e dentro alle trincee, per addentrarsi in un percorso che , a partire dai fatti di guerra, può dare spunti di riflessione per l’oggi. I tre momenti rappresentati nel trittico sono interconnessi nel tempo e nello spazio per cui l’osservazione odierna e i fatti legati alla memoria storica vengono proposti in una visione rinnovata proprio a partire dalla scelta iconografica.

In “Ombre intense sulle rive del Piave” si vogliono evidenziare altre ombre che hanno gravato su quelle sponde allora spoglie ed ora invece così riccamente frondose con alberi di importanti dimensioni: quasi sentinelle che sorvegliano a ridosso dei meandri dei potenziali nemici. Le ombre intense e a volte impenetrabili evocano quelle ombre che un secolo addietro sono state protagoniste nello scontro tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico.

Nell’opera centrale “Vite travolte e andate” è evocato il dramma in termini di sacrificio umano, rappresentato dalle cataste di pezzi d’albero addensate sulle rive del fiume alla foce di Cortellazzo. E’ esplicito il riferimento alle vittime per l’uso che il pittore fa del color rosso proprio in corrispondenza con i rami spezzati, la sabbia e l’acqua del fiume. E’ un alternarsi di vermiglio e di cadmio intenso che non lascia dubbi sull’intenzione rappresentativa. L’insieme affastellato dei tronchi e dei rami spezzati evoca altre cataste umane di morti che la storia ha registrato in questi luoghi un secolo fa. Oggi i tronchi d’albero vengono ad assumere un significato inquietante sempre importante rispetto al sacrificio umano, legato all’ingerenza dell’uomo sulla Natura: nuovo scontro che esprime l’arroganza umana che continua a credere di poter decidere senza limiti sulle sorti dell’Altro, qualsiasi sia la caratteristica di questo “Altro”. Un secolo fa l’Altro era il nemico ora l’Altro diventa, stando ai fatti di questi anni, la Natura se pensiamo all’uso sconsiderato che viene fatto rispetto all’ambiente. Se viene a mancare il rispetto per l’Altro sia che si tratti di un uomo, una donna o qualsiasi altra forma della natura nelle sue infinite varietà, c’è solo distruzione. In tal modo viene quindi ad essere perpetuato lo stesso principio che genera squilibrio, odio, esclusione.

Nel quadro “La Trasmutazione”, si propone una visione rinnovata di quanto noi umani in questi tempi avremmo la convenienza di praticare per far tesoro di quanto accaduto e soprattutto per evolvere verso una visione del mondo possibile da costruire in modo sinergico. Il passato non si cambia, possiamo progettare il futuro. Il paesaggio del Piave che viene qui rappresentato è immerso in una intensa Luce che rigenera gli elementi ponendoli in un contesto di grande rinnovamento. Continuare a soffermarsi sui fatti del passato condiziona l’esistenza del presente: utilizzare quanto accaduto nel passato vuol dire porre i fatti sul piano dell’esperienza per aprire la possibilità di un nuovo futuro. A noi, nell’oggi, la scelta.

Cesca Invito

 



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